Educazione

Sotto il segno della cultura e delle idee

Parte il primo anno di attività dell’Istituto “don Giorgio Pratesi” di Soverato
  19 settembre 2019

“…un mettersi in gioco al 100% con mente e cuore: ogni materia in questo primo anno si è fatta scultura dentro di me, per seguire il mio sogno nel futuro di diventare un’educatrice capace di “organizzare la speranza” in questa società di oggi” (Ilenia)

“…più di una università, è un luogo di cultura e di idee… " (Francesco)

 “una chiara e rara opportunità, sul nostro territorio…” (Giuseppe)

“…tornare tra i banchi di scuola da uomo maturo e con vent’anni di esperienza nel sociale (…) ri-leggere e re-interpretare l’esperienza (…) confrontarmi con i docenti in un modo nuovo (…) conoscere una metodologia diversa che arriva al cuore dell’esperienza aprendo prospettive nuove…” (Antonio)

 

Recitano così alcuni post lasciati dagli studenti del primo anno del corso di Educatore sulla pagina facebook dell’Istituto Universitario don Giorgio Pratesi di Soverato. L’Istituto, avviato lo scorso anno presso i Salesiani di Soverato, promosso dall’Ispettoria Salesiana Meridionale e affiliato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana, è stato fortemente voluto e sostenuto da alcune realtà sociali che da anni operano nel territorio calabrese a fianco dei giovani disagiati e vittime del circuito della dipendenza patologica.

Il connubio tra la mission e lo stile relazionale proprio della famiglia salesiana, e l’approccio antropologico e metodologico delle comunità terapeutiche orientate alla filosofia di Progetto Uomo, hanno reso possibile la messa in campo di questa opportunità formativa intenzionalmente orientata ad “essere protagonista di una vera rivoluzione culturale a favore dell’umanità e della giustizia" (Mario Oscar Llanos, Il compito formativo universitario verso le periferie del mondo. Prolusione all’Atto d’inizio del primo anno Accademico dell’Istituto Giorgio Pratesi, Soverato 21 dicembre 2018).

L'Istituto Pratesi è un “laboratorio culturale” di riflessione pedagogica e pratica condivisa di un’educazione impegnata nella trasformazione delle persone e del mondo, che va a colmare un vuoto formativo nell’ambito delle Scienze dell’Educazione nella regione di appartenenza e in quelle limitrofe.  Con la tenacia e la consapevolezza di chi sa che deve “nuotare” controcorrente nel variegato mare di proposte formative on-line o fuori regione, dove le opportunità di lavoro e di affermazione professionale appaiono più accessibili e remunerate, ha avviato il primo corso di Baccalaureato in Educatore Sociale e Professionale e si accinge a programmare il secondo anno accademico.  

Gli studenti hanno valutato positivamente l’innovativa metodologia didattica che hanno avuto modo di sperimentare nelle aule universitarie: settimane didattiche, lezioni partecipate, dinamiche di gruppo, laboratori, apprendimento cooperativo, relazione significativa con docenti provenienti da tutt’Italia, esperienza sul campo. Il tutto ha di fatto dato vita ad una vera e propria comunità di apprendimento in cui le relazioni autentiche, la possibilità di mettersi in gioco, i contenuti e l’esercizio continuo della capacità e della libertà di pensare criticamente, hanno posto le basi per la formazione globale della professione di educatore.

Il primo anno di vita, seppur cosparso delle tante piccole e grandi difficoltà di chi inizia a piccoli passi, ha messo in campo anche l’avvio di quello che vuol diventare un appuntamento annuale, il Festival AbràCalabra, festival dei pensieri e delle pratiche educative svolto a Soverato il 31 maggio scorso.

L’Istituto, tra l’altro, quest’anno riapre le iscrizioni per il nuovo anno accademico con la piacevole sorpresa di un dono di ben 150 libri su un argomento attuale e di particolare interesse pedagogico: la rete e la comunicazione mediatica. Il fondo, offerto dal prof. Giuseppe Morante, docente emerito dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, andrà a costituire un settore specializzato per la pedagogia della comunicazione mediale della nuova struttura universitaria, implementando così il primo fondo già donato dal prof. Vito Orlando. L’allestimento di una biblioteca specializzata in ambito socio-psico-pedagogico, da rendere fruibile anche agli esterni, è uno dei tanti obiettivi che la comunità accademica persegue.

Tante ancora le azioni formative attualmente in cantiere che puntano alla rigenerazione culturale e alla valorizzazione del capitale umano e valoriale tipico della gente del sud. L’Istituto, infatti, è stato in questo primo anno di vita anche un luogo in cui, fuori dalle aule e dalle lezioni accademiche, diverse realtà sociali e professionali si sono incontrate e hanno condiviso la voglia e l’entusiasmo di convergere su una progettualità comune a favore in particolare delle giovani generazioni che in questi ultimi anni, in Calabria, sono i veri protagonisti di un processo di emigrazione e di esclusione sociale.

Come spesso ama incoraggiare don Angelo Santorsola, Superiore dell'Ispettoria Meridionale salesiana, “quest’opera piace a don Bosco”, e forse per questo capita che un incontro, una condivisione, un’idea diventano “strumento di Provvidenza”.