Tecnologia

Tavola rotonda ISO 25000:
innovazione, usabilità e accessibilità

Durante l’evento è stato presentato il Framework ISO 25000, bussola di orientamento per gli approcci e le nuove tecniche digitali
  4 novembre 2019

Mercoledì 30 ottobre 2019 l’UPS ha ospitato la Tavola rotonda dal titolo: “ISO 25000”, il secondo workshop internazionale che si svolge in Italia nell’ambito del meeting ISO SC7 WG6 “Software Engineering”.

L’appuntamento mira a comporre un quadro organico della qualità del prodotto digitale nelle sue componenti software, dati, servizi IT, prestando attenzione al risultato finale nella qualità in uso. Al centro dell’attenzione c’è il contesto reale dell’utente e l’impatto della qualità del prodotto sui processi adottati in un’ottica di miglioramento continuo.

L’evento, senza fini di lucro, è inquadrato in una attività di standardizzazione di esperti ISO – Organizzazione Internazionale di Standardizzazione, della Commissione Ingegneria del Software, ispirata a criteri centrati sull’utente riguardanti: ergonomia, usabilità, comprensibilità e semplificazione.

I servizi IT, allo sportello, online o interni, nella loro evoluzione verso il Digital first, sono stati esaminati assieme agli aspetti umani di supporto alle tecnologie digitali, secondo criteri di orientamento all’usabilità e accessibilità.

Il Framework ISO 25000, costituito da 36 caratteristiche di qualità e oltre 200 misure, è stato presentato come una bussola di orientamento per gli approcci e le tecnologie emergenti: Artificial Intelligence, Big data, Blockchain, Cloud, Devops, Smart Cities, IoT; esso si propone di contribuire alla costruzione di un Decision Support System dotato di indicatori di alta qualità accurati, completi, coerenti, attuali e credibili.

 

 

Orientamenti e obiettivi della Facoltà FSC
e dei digital media
 
Intervento di apertura Tavola Rotonda ISO 25000
Fabio Pasqualetti
Decano Facoltà di Scienze della Comunicazione

 

Nata nel 1988, centenario della morte di Don Bosco, come Istituto di Comunicazione Sociale (ISCOS), divenne facoltà nel 1998. Sin dall’inizio la FSC si è impegnata per una comunicazione a servizio della comunità umana e della Chiesa. La FSC crede in un Sapere che è anche un Saper Fare ed entrambi preparano ad un Saper Essere capace di agire in un Contesto Sociale e Comunitario. Il motto della FSC è Comunicare Educando e Educare Comunicando, è la sua identità educativa con uno sguardo privilegiato verso il mondo giovanile.

I rapidi e profondi cambiamenti in campo tecnologico che hanno dato origine all’attuale società digitale hanno imposto un ripensamento della proposta formativa, dei corsi e delle didattiche. È nato così il curricolo in Comunicazione Sociale Media Digitali e Cultura con un indirizzo in Comunicazione Pastorale inaugurato con l’A.A. 2019-2020.

Perché studiare alla FSC? Per imparare una comunicazione al servizio dell’uomo; impegnata contro le ingiustizie sociali; attenta al territorio e cosciente dello scenario globale; promotrice di comportamenti etici; pronta a smascherare i rapporti tra media e potere; aperta alla dimensione trascendente e incarnata nelle storie quotidiane delle persone. Studiare comunicazione è un’opportunità per capire chi siamo e dove stiamo andando.

Il curricolo in Comunicazione Sociale, Media Digitali e Cultura propone un percorso formativo professionalizzante che attraverso lo studio teorico pratico degli ambiti disciplinari della comunicazione porta all’acquisizione di conoscenze e competenze nel mondo dei media digitali e della cultura contemporanea. La laurea triennale prepara esperti capaci di produrre e gestire i linguaggi dei media digitali. La specialistica, professionisti della gestione dell’informazione all’interno di varie tipologie istituzionali.

L’indirizzo di Comunicazione Pastorale prepara esperti che operano nei vari ambiti della pastorale, con conoscenza e coscienza critica delle problematiche della comunicazione e delle mediazioni comunicative presenti nella cultura contemporanea.

L'anno scorso abbiamo tenuto una conferenza sull'intelligenza artificiale (AI) che ha avuto un discreto successo e ci stiamo preparando per la prossima a settembre. La prima voleva presentare cosa fosse l'IA e in quali campi opera.

Nella prossima conferenza, vogliamo problematizzare il concetto di IA e i suoi usi confrontando l'area degli studi umanistici con quella degli studi scientifici e specifici. La convinzione è che dobbiamo avere istituzioni etiche che gestiscano lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. In particolare, ci sarà anche una sezione dedicata al bias data perché è uno dei punti sensibili nei processi di istruzione dell'IA poiché i dati stessi sono già un'interpretazione della realtà.