In memoria

Don Pavanetto, cultore della classicità e salesiano autentico

L’ultimo saluto nel suo paese Piombino Dese, presieduto da mons. Mario Toso
  11 gennaio 2021

Sabato 9 gennaio, nella parrocchia di Piombino Dese (PD), il suo paese natìo, si sono svolti i funerali di don Anacleto Pavanetto. La celebrazione è stata presieduta da mons, Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana, che nell’omelia, ha ricordato don Cleto “un caro confratello salesiano, un grande amico”.

Don Anacleto o Cleto, come lui preferiva essere chiamato, nei giorni precedenti alla sua morte aveva “quasi un presentimento che il momento della sua partenza da questo mondo fosse vicino. Lo faceva capire alle persone che lo visitavano, che gli telefonavano o che lo incontravano nell’Università Pontificia Salesiana, ove risiedeva”.  Mons. Toso si riferisce a una raccolta di memorie private che don Cleto aveva terminato di stampare nel mese di dicembre in occasione del suo compleanno.

Dopo aver ripercorso la vita di don Pavanetto, il ministero pastorale, la docenza e il servizio di latinista presso la Segreteria di Stato della Santa Sede, mons. Mario Toso ha sottolineato “la sua consapevolezza che il latino, con il suo linguaggio preciso che non si presta a equivoci, fosse via ineludibile per conoscere la cultura dell’antichità, del Medioevo e del Rinascimento, ma anche per ricostruire la storia della Chiesa”. Per don Cleto “la lingua latina non doveva andare perduta perché in essa si sono incarnate sia la vita di Cristo - così come è stata accolta, celebrata e testimoniata dalle comunità cristiane - sia la cultura cristiana nelle varie epoche della storia”.

Promotore della classicità, fu soprattutto, come lo ha definito il prof. Mauro Mantovani, Rettore dell’Università Salesiana: “un salesiano autentico, appassionato, che ha interpretato con intelligenza e lungimiranza l’urgenza di investire oggi sulla cultura e sul patrimonio umanistico per costruire, di fronte alle sfide che stiamo affrontando, un futuro sempre più umano e umanizzante”.